lunedì 27 aprile 2009

Beni materiali e dintorni

Sono seduto in una cucina di una casa che ho abitato per piu' di 10 anni.
Attendo una visita per la vendita.
Tempi bui, dicono tutti, tempi critici.
Con me, come si usa dire, si sfonda una porta aperta.

Non vedo l'ora di vendere questa casa, per motivi pratici, lo ammetto.

Non mi sono mai affezionato a nessun tipo di bene materiale: case, oggetti piu' o meno preziosi,
quadri, mobili, auto (tranne l'ultima, forse).

Questo fa si che riesca a superarne meglio il distacco.

Quando sono andato via ho portato con me solo il vestiario (neanche tutto), libri, cd, dvd,
un portatile, lo stereo (preso in un secondo momento) e poco altro.

Certo, i ricordi non appartengono all' aspetto materiale. Quelli possono far male, davvero.

Forse la mia passione per il cinema mi fa vedere la vita come un film, o meglio, una serie di film.

Quando un film mi piace, riesco anche a perdonare un inizio in sottotono;
quando un film ha un brutto finale. non riesco piu' ad apprezzarne una eventuale magicita' precedente.

Allo stesso modo sono seduto qui, e mi guardo intorno come fossi io l'agente immobiliare,
e questo non fosse altro che un appartamento da piazzare.

Incredibili giochi della mente, autodifesa, sopravvivenza, non so;
lo sguardo passa estraneo su ogni oggetto, come se fosse la prima volta.

Non riesco neanche a provare fastidio.

venerdì 24 aprile 2009

Essere sensibili

Piu' di una volta mi sono sentito dire "quanto sei sensibile, non sembri un uomo ...".

Anche se questo potrebbe essere un complimento, io sinceramente non l'ho mai capito.

Cosa significa ? Che chi e' uomo, in quanto tale, non possa essere capace di sentimenti profondi,
oppure di capire il prossimo quanto invece sia possibile ad una donna ?

Io lo ammetto, a parte le battute che in effetti lasciano il tempo che trovano,
non ho mai ragionato in base al sesso di nascita.

Per me tra un uomo ed una donna esistono soltanto evidenti differenze fisiche e basta (ed ovviamente aggiungerei "e menomale ...").

Il modo di ragionare, di rapportarsi, di amare, di pensare e via dicendo puo' essere semplice o complesso indipendentemente dal fatto che all' anagrafe, sui nostri documenti, sia specificata la lettera 'F' o 'M'.

La sensibilita' sicuramente non si misura contando le lacrime, ma posso assicurare che il piangere
non e' tipicamente femminile.

Al massimo posso concedere che sia femminile il piangere in pubblico. Ma non ci giurerei ...

mercoledì 22 aprile 2009

Killer sentimentale

Non fare in modo tale che "Ci sentiamo per un caffe'" siano le ultime parole che pronunci ...

Perche' non dire piuttosto :

- "Non se ne parla proprio"
- "Non ti ho mai sopportato ma non avevo il coraggio di dirlo"
- "Ho paura che non appena ci incontriamo tu ... " [ segue lista delle possibili paure ]
- "Ho bisogno di tempo e voglio ragionare da sola" ( e non ditemi che questa e' una "new entry" ... :-)
- "Tu ? Ma cosa vuoi da me ?"
- "Come amico vai bene, ma per il resto non sei il mio tipo"
- "Ti piacerebbe, eh ? E invece nisba !"

Preferisco una verita' diretta per quanto difficile da digerire ad una delle piu' gettonate delle bugie.

Faccio male ?!

martedì 21 aprile 2009

Il mio annuncio

Sono un uomo solare, lunare e stellare.

Altezza nella media, ma posso diventare piu' basso o meno basso secondo le esigenze.

Sono magro ma posso ingrassare a volonta',
istruito ma posso diventare ancora piu' colto oppure molto ignorante,
sentimentale a sufficienza ma posso passare da "viva l'amore platonico"
a "sesso, sesso e solo sesso",
dolce e affettuoso ma volendo anche una adorabile canaglia,
simpatico e sorridente ma capace di assoluta serieta' in caso di presentazioni ...

Insomma sono un uomo per tutte le taglie, adattabile come un vestito, secondo i desideri.
Tutto sta a trovare il sarto giusto, di questi tempi ...

Per chi fosse arrivata a leggere fin qui senza nemmeno un sorriso,
avverto: non sono il vostro tipo, e la cosa e' reciproca ...

No ironia, no party

Gradita foto, ovviamente :-)

lunedì 20 aprile 2009

Pensa a chi sta peggio

Avvertenza:

Questa e' una delle note meno "politically correct" che io abbia mai scritto.
Piu' che ironica e' sarcastica.
Se la persona che sta leggendo non ama sentir dire le cose "senza peli sulla lingua",
se si scandalizza per qualche parolaccia che potrebbe capitare di leggere,
se ha il coraggio di ammettere a se stessa che la frase in oggetto la applica ogni giorno,
allora questa nota non e' per lei. Altrimenti si puo' proseguire ...

Quante volte in questo succedersi di secondi che molti chiamano vita ci siamo sentiti dire
"pensa a chi sta peggio ...".

La frase e' sintatticamente corretta, ha profonde radici storico-filosofiche, si tramanda per cosi' dire di generazione in generazione, in parole povere non fa una piega.

Che dire ? Per la quasi totalita' di noi, c'e' sempre chi sta peggio.

Qualche parente, amico, vicino di casa, collega o che so io.

Ma quando si sta male, questo non basta. Occorre andare oltre.

Quando si sta male, ma male veramente, il parente, amico, vicino di casa o collega che sia possono andare a farsi fottere.

Allora si espangono i confini. Ci sara' pure qualcuno al mondo che in questo momento sta peggio di noi ?

E qui interviene la retorica.

Immagini di nazioni povere, di sofferenze, di lavori disumani.

Africa, ragazzi nelle favelas, guerre sparse e dimenticate nel mondo, minatori,
donne che lavorano chiuse in box per 16 ore al giorno e via crescendo.

Si, ma la domanda e' : "Questo pensiero quanto dura ?".

Quando vi e' finita una storia sentimentale pensate al Burkina Faso ?
Quando siete bloccati da ore in mezzo al traffico pensate ai bambini buttati sulle strade di Rio ?
Quando vi fanno incazzare per l'n-esima volta al lavoro pensate alle fabbriche cinesi o agli operai delle centrali nucleari ?
Quando vi fanno un qualsiasi soppruso pensate ai torturati o a chi e' in prigione da innocente ?

Non prendiamoci per il culo.

Voli

Ho scoperto di essere molto meno razionale di quanto pensassi e di quanto in genere io venga valutato.

Sto vivendo per la n-esima volta l'eterno conflitto tra lo stare con i piedi per terra ed il
fare voli di fantasia basati molto probabilmente su un piano di viaggio tutto (e solo) mio.

Che e' poi lo stesso conflitto tra chi ti dice "piano, calma, non accelerare, non andare troppo
in alto, poi se cadi ti fai ancora piu' male" e chi invece ti dice "ma vuoi vivere o no ? gia' sai
come andra' a finire ? e se ti farai male vorra' dire che almeno per un po',
anche se dovesse essere solo virtualmente, sarai stato bene, no ?"

In questo ho notato che l'esperienza serve a poco.

Del resto, se mi trovo in questa condizione, e' proprio per l'esperienza.

Fosse stata positiva non avrei bisogno di questo tipo di voli.

Ne farei sicuramente altri.

venerdì 17 aprile 2009

Lament

Non mi riferisco al noto brano degli Ultravox, ma ad una tendenza che si sta diffondendo su Facebook.

Sara' capitato anche a voi (che salto, siamo passati alla Carra' ...) di avere tra i vostri contatti (leggi amiche ed amici) qualcuno che abbia sofferto sentimentalmente, no ?

Nel passato (non nell' anticita' ... ) cosa si faceva ?
Si telefonava alla persona sofferente, la si incontrava, si cercava in tutti i modi (anche quelli piu' ovvii e di conseguenza meno di successo) di tirarne su il morale, ma sempre e comunque con un contatto verbale o fisico.

Non esisteva Internet e tantomeno i Social Network come FB.

Ora cosa accade ? Di ritrovarsi amicizie virtuali che hanno subito la tranvata.

Voi direte "ah, che novita' !".
Ed infatti la seconda cosa che viene in mente e' "Benvenuti tra quelli che hanno smesso di credere alle favole".
La prima, per molti di noi penso e' "E lo vieni a dire a me ?!".

Molti di questi invece cosa fanno ? Si iscrivono a decine di gruppi del tipo
"PENSAVO FOSSI SPECIALE... UNICO/A... MA IN REALTA' SEI UNA GRAN MERDA !!!" e via dicendo.

Quindi quando ci si collega a FB e si va sulla Home Page ci si ritrova intere pagine di richiami a questi gruppi
(manca solo, che so, "Dicevi che ero tutto per te e poi sei scappato con quella zoccola solo perche' ha la quarta"
oppure "Ero pazzo di te e nonostante questo mi hai lasciato nella merda fanculo te e quella ?)%$@[ di tua madre") e per vedere quello che ha scritto di interessante un vostro contatto passate almeno un quarto d'ora in rassegna di questa gara di Lament.

Ok, vi hanno spezzato il cuore, ma non potete disintegrarci i santissimi ...

Anche perche' se io e quelli della mia generazione iniziamo a parlare di stangate sentimentali (e ci limitiamo a quelle) anche Facebook ESPLODE ...

giovedì 16 aprile 2009

LifeBahn

Ho la sensazione di aver intrapreso questo viaggio da sempre; qualcuno ha deciso che dovevo partire e mi deve anche aver dato le prime indicazioni, ma con il tempo le ho dimenticate quasi tutte.

Ricordo soltanto che all' inizio la velocita' era sostenuta, il tempo sempre gradevole, le destinazioni mi piacevano o perlomeno mi incuriosivano.

La scoperta di luoghi nuovi si alternava con il ritrovare posti e persone gia' conosciute.

Adoravo la compagnia di allora, c'era sempre qualcuno disposto a sentirmi, ad accompagnarmi,
anche a vedermi mentre ballavo in qualche piazzola di sosta o ridevo in qualche autogrill.

Man mano sono cambiate le persone che volevano unirsi a questo andare chissa' dove,
o meglio ne ho conosciuto alcune mentre altre si sono perse lungo il tragitto.

Di queste ultime ne ricordo alcune in particolare.

La prima ho la sensazione che sia stata tra quelle che ha contribuito alla mia partenza.

Le sue tracce rimangono dentro di me anche dopo anni, avrei voluto che continuassimo a viaggiare insieme ma nelle clausole invisibili e' scritto che non si garantisce la durata del viaggio ne' tantomeno chi ci accompagnera'.

Delle altre, alcune mi sono state molto vicine per le prime tappe.
Ne mantengo piacevoli ricordi di passeggiate al mare o di piccole deviazioni per andare a raccogliere qualcosa sul ciglio della strada.

Di quelle che mi hanno raggiunto lungo il percorso, ricordo sorrisi e varie forme di affetto.

Ma qualcosa deve essersi poi incrinato perche' adesso non saprei rispondere se mi chiedessero che fine hanno fatto.

sabato 11 aprile 2009

Bagno di folla

Non so
l'essere circondato da voci
da presenze
calore
confusione
normalita' quotidiana
Non so
devo aver compiuto
qualcosa di spregevole
altrove
o in un altro tempo
il non sentirmi bene
e' fin troppo tangibile
Non so
basterebbe cosi' poco
uno sguardo
una mano
qualche parola
un sorriso
una sottile colata di fascino
Non so
forse sono invisibile
forse è un incubo
un esperimento
forse ho smesso di esistere