venerdì 13 febbraio 2009

Escort Release 2009 - Racconto tragi-ironico NON autobiografico

Una volta ricevuto l' appuntamento mi preparo a dovere. Ho solo bisogno di qualche giorno di preavviso.
Cosi', giusto per curare qualche particolare.
Che so, un po' di barba incolta, l' effetto maschio trasandato ad alcune puo' piacere.

In ogni caso mi abbellisco, ripasso le poche frasi di circostanza che dovro' dire, cerco di rendermi il piu' possibile fico sia nell'aspetto che, come si usa dire in modo stupido, interiormente.

Provo a personalizzare l'incontro in base alla donna che dovro' incontrare.
Perche' , al contrario di molti uomini, io non posso permettermi alcun tipo di errore.

Devo fingere di non avere preferenze e con il tempo ho imparato che ogni donna e' un caso a parte.
Ma forse questo lo sapevo gia' da prima ...

La mia specializzazione e' ascoltare. Penso che mi cercano soprattutto per questo.

Nel passato osavo intervenire nei discorsi. Ma questa distrazione risale a quando ero un dilettante.

Sono dell' idea che il linguaggio umano abbia troppe imperfezioni.

La vita e' gia' complicata di suo, se poi ci si mette a parlare in due la possibilita' di incomprensioni
diventa certezza.

Quindi mi limito a salutare all'inizio ed alla fine dell' incontro, di tanto in tanto aggiungo qualcosa
che mi renda piacevole, o perlomeno educato. Come si dice, il minimo indispensabile.

Gli incontri in genere procedono senza un menu' prestabilito e senza una durata limite;
e' la cliente che sceglie, ma questo spesso capita anche ai non escort, se non sempre.

Devo essere affabile, premuroso, dolce, rispettoso, riflessivo, devo incarnare qualcosa
che esiste solo nei film, nei libri e nelle favole: l'uomo ideale.

Un capitolo a parte sarebbe la donna ideale, ma non tergiversiamo.

Non crediate che anche per poche ore il compito sia esente da problemi.

Devo sempre comportarmi come se la mia vita sia sempre stata priva di negativita' importanti.
Anche se a loro non frega nulla chi io sia ne' tantomeno chi io sia stato.

Ognuna di loro pensa che quello che ha sofferto sia superiore a quello che hanno sofferto gli altri.

Di conseguenza le mie clienti devono essere non solo al centro dell'attenzione
ma vogliono che io sia il nulla-osta alla loro ammissione al girone dei dannati.

Spesso sento storie originalissime, uomini che non se le filano ("lo so, e' uno stronzo, ma ..."),
separazioni mal digerite ("se la faceva pure con quella troia della mia migliore amica"),
incontri clandestini ("amo mio marito, ma quello che ho conosciuto via Internet scopa da Dio"),
difficolta' nel comprendersi ("sto con uno senza cervello", e qui lo ammetto, i primi tempi
era difficile tratterersi dal dire "se ti trovi in una situazione del genere di cervello ne hai ben poco anche tu ...").

Di fronte ad ogni loro confessione ho sempre l'espressione da
"ti capisco, quante ne devi aver passate per essere arrivata a tanto ...".

L'importante e' arrivare all' orgasmo mentale, anche se nessuno disdegna quello fisico.

Ed alla fine mi rimane la voglia di ridere per tutto quello che mi e' stato svelato, sussurrato, dichiarato
o semplicemente detto.

Non e' cinismo, e' sopravvivenza ...

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