giovedì 17 dicembre 2009

Riflessioni di un ateo


Io non sono stato mai un grande credente.

Ricordo che a 8 anni decisero per me la cresima, da fare insieme alla comunione, stesso giorno, una sorta di 'tour de force' della fede.
Da allora penso di essere entrato in qualche chiesa non piu' di una decina di volte,
comprese le visite turistiche.
Ho sempre odiato il rito della confessione.
La mia educazione, o morale che dir si voglia, non ha mai accettato che dopo aver errato, in special modo con alcuni tipi di errore, possa bastare una certa quantita' di preghiere per tornare vergini.
La data precisa che ha tolto ogni mio ipotetico dubbio e' il 13 ottobre 1990.
Quel giorno mio padre mori' nel giro di poche ore, primo e unico infarto.
C'e' chi addirittura ha il coraggio di dire che anche 'episodi' del genere vanno interpretati come segni di un essere supremo: mi verrebbe da dire che fosse cosi', si trattarebbe di un essere con molti problemi ... uno psicopatico.
E comunque sono stato 4 ore in un ospedale, dentro una saletta, solo, in presenza dell' uomo che aveva contribuito a crearmi e che aveva cessato di vivere.
E mentre lo guardavo, perche' ricordo di averlo guardato per quasi tutto il tempo, mi ripetevo che non poteva essere vero, che era un incubo, che si sarebbe rialzato e avremmo parlato, discusso, anche litigato,
ma volevo che tornasse a respirare.
L'anno successivo mi sono sposato, ed e' stata una delle ultime volte che ho messo piede in un cosiddetto luogo sacro.
Il rito civile non era sufficiente per evitare discussioni, ed un ateo come me, cresimato,
fece da testimone qualche giorno prima alla futura sposa che ancora non aveva provveduto,
benche' provenisse da famiglia molto piu' tradizionale.
E ieri, in una specie di aula di tribunale, messi in fila come su un autobus con lo stile di 'scende alla prossima ?', ho partecipato alla sceneggiata insieme ad almeno ventitre comparse e a circa una decina di commedianti,
quella che decreta l'inizio legale di una fine.
Con il giudice che leggeva il Bignami di una vita insieme,'niente figli, la macchina ... di proprieta' di lui, l'altra ... di proprieta' di lei, la casa verra' ...' ... ed io che pensavo 'se tu esisti, e questi sono fatti a tua immagine e somiglianza ... beh, stai messo proprio male ...'.
E la sera ho ricevuto un altro imprevisto, e tornando a casa ho pensato che non potevo neanche bestemmiare.

Contro chi, se non altro ?!

1 commento:

L. ha detto...

Caro Wolf. In certi momenti conta solo la nostra disperazione. E tutte le persone che ci vogliono bene rimangono a guardarci senza poter far niente.
L.