sabato 19 dicembre 2009

Il poncho


In occasione di una visita ai miei zii, che allora vivevano in Svezia,
girando per negozi a Stoccolma mi ero imbattuto in un articolo certamente
non locale ma che era stato per me 'amore a prima vista'.

Un poncho multicolore, provenienza Ecuador, sfondo nero con un arcobaleno
variopinto che metteva allegria soltanto a vederlo.

Nonostante fosse estate l'escursione termica si faceva sentire non poco,
quindi se non ricordo male non manco' occasione di provarlo anche in terra svedese.

Quello che invece ricordo bene fu la faccia dei compagni di classe quando mi presentai
'ponchato' al nuovo anno scolastico.

Due anni dopo mi accompagno' nella 'trasferta' a Londra.

Mi risulto' utile, oltre a ripararmi bene dal freddo, a capire le differenze di mentalita'.

Nella capitale inglese andavo in giro con il poncho, un cappello di borsalino grigio,
capello similpunk e anfibi ai piedi e nessuno (sottolineo) si voltava a guardarmi e
tantomeno faceva commenti.

Ricordo che al mio rientro nella capitale italiana, percorrendo la strada che mi riportava alla casa dei miei, sentii una voce leggiadra dietro di me che diceva
'Aho', er cavallo ndo' lai dimenticatio ?"

E tempo fa, parlando con un mio amico di lunga data, ex compagno di classe, mi chiese
come mai ogni tanto nell' aula prestavo il poncho alla mia ragazza di allora.

Ancora ride ...

2 commenti:

Marilena ha detto...

anch'io quando andavo a scuola avevo un poncho che adoravo di lana e fatto a mano. Bellissimo, ma non l'ho mai prestato a nessun ragazzo di classe! Più che lupo ti chiamerei Volpe! Ciao tenebroso

P ha detto...

Benvenuta Marilena ...
Mah, forse la Volpe col tempo si e' trasformata in Lupo ... :-)