martedì 6 gennaio 2009

Contro-analisi

Il gruppo di dottori che aveva in cura S. disse che non aveva nulla che potesse essere trattato
con farmaci. Dopo una serie di analisi risultava perfettamente normale.

Leggendo la diagnosi S. chiese "Cosa intendete liquidandomi come normale ? ".

Il gruppo si guardo' perplesso in faccia, poi un elemento si decise a spiegare.
"Nella norma, lo dice il termine stesso. Lei e' uguale a tutti gli altri, ne' piu' ne' meno.
Non soffre di nessuna patologia classica o estrema, quindi sarebbe del tutto inutile prescriverle
una qualsiasi cura. Lei semplicemente non deve guarire da nulla".

S. penso' di apprezzare sempre piu' il detto sull' oro ed il silenzio.

L'essere uguale agli altri, diagnosticato, era per S. peggiore di una comunicazione
di un male incurabile.

Uscendo dall' ospedale decise di entrare in un Internet Bar.
Aveva bisogno di bere e di collegarsi "agli altri".

Scelse il tavolino piu' lontano dall' ingresso, sistemo' caffe' e liquore a debita distanza
dal computer e si collego' in contemporanea ad una decina di siti.

Questa doveva essere per S. una sorta di contro-analisi.

I siti delle News parlavano ad S. di un mondo lontano, sempre piu' sconosciuto, sempre piu' ostile.

Guerre, sommosse, stupri, attentati, indagini mal condotte, corruzioni, real-tv, scommesse, crisi,
scandali, pagamenti a rate, montepremi, andamento delle borse, colpi di stato, matrimoni tra famosi.

I Social Networks avevano gruppi sempre piu' numerosi ed affollati che istigavano alla violenza
fine a se stessa, alla disuguaglianza sessuale-sociale-razziale, a vomitare sulle opinioni altrui,
all' inneggiare a persone delle quali S. avrebbe fatto molto volentieri a meno.

"Tempo sbagliato, luogo sbagliato" furono le uniche parole che S. pronuncio' nel locale.

Si reco' a casa, giusto il tempo di prendere con se' una cara amica.

Per poi tornare in ospedale, a rendere omaggio al gruppo di dottori.

Avevano ragione nel dire che non aveva bisogno di nessuna cura.

S. era la cura.

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