venerdì 2 gennaio 2009

Speed Dating

Per la prima volta nella sua vita (se non ricordava male) J. aveva accettato un appuntamento al buio.
O meglio, organizzato da amici reali per conoscere una persona finora virtuale.

Aveva soltanto posto una condizione. Che il tutto avvenisse in un "luogo neutrale".
In una casa sarebbe stato piu' difficile fuggire, letteralmente.

In effetti, fino a pochi minuti prima di entrare nel locale, si era chiesto a ripetizione
cosa stesse facendo ed in quale situazione-trappola si stesse cacciando.

La serata era fredda, e non vedeva nei pressi nessun campo dove poter raccogliere una margherita
per ripetere il rito "Entro, non entro ...".

La moneta da 1 euro volo' nell' aria, per un tempo indefinito.
Non riusci' ad afferrarla al volo per quanto tremavano le mani (dal freddo ?).
Pote' solo vedere sul marciapiedi che era visibile il numero 1, quindi doveva entrare.
"Nella peggiore delle ipotesi" si disse "vado in bagno e rilancio la moneta ..".

Penso' anche che lasciare che il proprio destino dipendesse in qualche modo
dalle fluttuazioni di un pezzetto di metallo non era buon segno del suo stato mentale.
Ma oramai era in gioco, poteva solo sperare in una conclusione a suo favore.

Il pub era semiaffollato, nessun segno dei suoi amici ne' della invitata.
Chiese informazioni sul tavolo prenotato, quindi prese posto non senza avere ordinato
qualcosa per "tirarsi su'".

Il telefonino annuncio' l'arrivo di un sms dal quale veniva a conoscenza che per motivi
di traffico l' appuntamento slittava di almeno mezz'ora.
Esito' sul rispondere o meno in modo esaustivo, alla fine opto' per uno standard "ok".

Uno degli aspetti che meno amava negli incontri era il dover aspettare.
La serata quindi per J. iniziava sotto cattivi auspici.
A meno che ... Quasi come un segno del destino la sconosciuta entro' in quel momento nel pub.

Chiese anche lei del tavolo, quindi la distanza tra lei e J. divenne sempre piu' corta, da brivido.
Ebbe solo il tempo di rendersi conto che di persona era meglio di come era stata descritta.
Ma era decisamente troppo presto per poter capire se il destino si era finalmente deciso a fare una svolta ad U.

J. penso' nei pochi secondi che mancavano alla presentazione ad un mix di frasi fatte ruotanti intorno al concetto di una bella giornata che si giudica da come va il mattino.
Ebbe soltanto il tempo di asciugarsi al volo la mano destra con una piega della tovaglia,
che essendo di carta non facilito' il compito.

"Tu devi essere J., immagino ..:" esordi' lei con una voce che gli ricordo' brani musicali
di suo gradimento se non altro per la impronta sexy della cantante.
"Si, immaginazione funzionante", rispose J., da automa ebete. "Che risposta del cazzo", si disse.

La sconosciuta fece finta di nulla, limitandosi a sorridere ed a sedersi, contemporaneamente.

La partita a scacchi poteva iniziare.

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