martedì 13 gennaio 2009

Workspaces

Quello che sto per raccontare e' una favola di un po' di tempo fa.
C'era una volta ...
No, in effetti non e' una favola. purtroppo e' la realta' per molti di noi.
Non voglio parlare di condizioni estreme, per questo esistono libri e scrittori molto piu'
autorevoli del sottoscritto; mi occupero' soltanto del mio WorkSpace (in inglese suona piu' aulico,o almeno piu' fantascientifico, da camici bianchi in ambienti incontamati).

Non ha importanza il campo di applicazione, e questo si capira' meglio piu' avanti.
Voglio parlare di quello che accomuna i vari ambienti di lavoro, elencando pochi elementi
per non essere prolisso, tanto dovrebbero rendere comunque l'idea.

1) Orario di lavoro.
Chi come il sottoscritto arriva prima delle 7, per motivi pratici (evitare di iniziare la giornata
gia' "nervosetti" per via del traffico) fa parte degli invisibili, o per meglio dire, della
antica tribu' dei Cojones. Il "vero" lavoro inizia il pomeriggio. Le riunioni devono essere
indette dalle 15:30 in poi. La mattina e' una sorta di limbo.

2) Relazioni tra colleghi.
Dominio della falsita' allo stato dell' arte. Persone che fino a pochi minuti prima si sono
sputtanate a vicenda ognuno con il suo gruppo di colleghi, le vedi tranquille invitarsi al bar
ed una volta li' scambiarsi sorrisi e battute come amici di vecchia data.
Perfetta uguaglianza uomo-donna, nel senso che questo avviene a prescindere dalla propria natura sessuale.

3) Uso del telefonino.
Il telefono fisso non esiste piu'. Ne possono essere presenti venti, tutti funzionanti, ma vuoi mettere quanto e' piu' trendy parlare al telefonino ? Ovviamente non seduti, o alzandosi per andare in un posto piu' riservato.
Il must e' deambulare, possibilmente con auricolare Bluetooth, piu' fico, indubbiamente.
Occorre far vedere che si sta lavorando anche in situazioni estreme, prendendo decisioni di primaria importanza, anche se dall' altra parte c'e' la mamma alla quale stanno chiedendo se i calzoni che le hanno portato sono stati finalmente lavati e stirati.
Poi in effetti non ha assoluta importanza se dall' altra parte (stavo dicendo del filo, che stupido) c'e' qualcuno in ascolto o meno.
Basta mettere il telefonino in "silence mode" (onde evitare di ricevere VERAMENTE una telefonata facendo cosi' una figura de mer, alla francese) ed iniziare a passeggiare in luoghi frequentati.
L'importante, anzi l'obbligatorio e' essere visti, altrimenti la messainscena non ha piu' senso.

Non vorrei che in un futuro prossimo. visto che cosi' abbiamo cinema, teatro e reality-show gratis, a qualcuno venisse in mente di decurtarci dallo stipendio una somma sotto la voce "intrattenimento".
Di questi tempi ...

Ed ora non ditemi che non siamo colleghi ...

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