domenica 4 gennaio 2009

Strange world, strange word

Era ora di riordinare la libreria.
Da molto N. rimandava quello che un tempo era una sua abitudine: tenere tutto sotto controllo.
Occorreva sistemare la marea di oggetti che man mano aveva inondato quello spazio.

In effetti non era una semplice libreria, o meglio non conteneva soltanto opere in carta:
era piuttosto un catalogo multimediale appoggiato su cubi di legno sovrapposti o affiancati.

C'era pero' qualcosa che non quadrava, una nota stonata anche nel disordine:
una scatola poco piu' grande di un portadocumenti.
Questa dava a N. la sensazione di non sapere da quanto si trovasse li, e di non avere idea di chi la avesse sistemata sul lato sinistro della libreria, nel punto piu' alto.

La presenza di quell' oggetto lo innervosiva.

Piu' di quando, ascoltate una serie di note, non riusciva nell' immediato a dire il titolo del brano o almeno l'autore, oppure di quando, sentito un odore-sapore, non ne distingueva subito la natura.

D'altra parte qualcosa lo tratteneva dallo scoprire cosa fosse contenuto nella scatola stessa.

L'eterna diatriba tra curiosita' e timore per questa volta vide prevalere la prima.

Cosi' N. si decise a prendere una scala, se non altro per tirare giu' la causa del suo nervosismo.

Era pesante, segno che chi l' aveva preparata non aveva esitato ad inserire chissa' quanti oggetti.

Una volta aperta la scatola, la prima sorpresa N. la ebbe nel constatare che dentro erano presenti solo fogli e qualche biglietto di auguri di vario genere, quindi nulla che giustificasse il peso, almeno fisicamente.

La seconda colse N. ancor piu' impreparato in quanto, dopo aver letto le frasi, tutte a lui dedicate, si accorse che un termine era di gran lunga il piu' ricorrente, "amore".

La terza fu che, al contrario dei suoni, dei profumi o degli aromi, questa volta aveva
la certezza che neanche attendendo, o ricorrendo al vecchio trucco di pensare ad altro, sarebbe
riuscito a ricordarne il significato.

Quella parola non l' aveva mai sentita ne' tantomeno letta.

Dapprima ricorse al dizionario che teneva sempre a portata di mano, anche se spesso
il suo aiuto non era stato sufficiente a comprendere meglio.

Ed infatti anche questa volta la situazione venne resa piu' complicata.
Al termine sconosciuto si sovrapposero altri concetti sibillini come "sentimento", "romanticismo",
"stato di grazia".

N. decise che con il dizionario non era sulla buona strada.
Passo' quindi a qualcosa di piu' moderno: la consultazione di un motore di ricerca.

Ma anche cosi' la situazione non miglioro', anzi: ai concetti sibillini si uni' una moltitudine
di informazioni che rese il Caos, in confronto, un dominio dell' ordine.

Non solo. N. venne a conoscenza che nel passato intere generazioni di scrittori e poeti
avevano trattato l'argomento e che questa "tradizione" si era spinta fino al presente;
in particolare ora imprerversava un autore che a quanto pare era stato proclamato
come esperto in materia. Specializzazione: mondo dei giovani.

Facendo parte di una generazione che nel periodo giovanile di problemi non ne aveva avuti pochi,
N. venne portato a pensare che il termine "amore" fosse attribuibile a qualche sostanza pericolosa, forse persino illegale.

Decise quindi di ricorrere al sistema classico, la telefonata ad una persona amica.

"Ciao, sono N." esordi' con notevole originalita'.
"Ciao, come stai ? Era da tempo che non ci si sentiva ...". Originalita' ricambiata.
"Scusami, non ho tempo per i soliti convenevoli. Volevo solo farti una domanda"
"Vabbene, visto che non ti sento in vena di parlare di te, spara la domanda".
"Hai mai sentito parlare di una sostanza amore ?"
"Scusa un attimo, ti stai rivolgendo a me chiamandomi amore ?"
"No, amore e' il nome della sostanza"

La pausa che segui' non fu di pochi secondi. Finalmente dall' altra parte una voce riprese a comunicare.
"Senza offesa, cosa hai assunto per parlare cosi' ?"
"Se ti riferisci alle pillole ne ho prese 2 contro il mal di testa. Se parli invece di altro ho bevuto soltanto acqua e succo di pompelmo".
"Allora e' peggio del previsto ..." .

La voce amica si dilungo' in spiegazioni, in citazioni, in spezzoni di ricordi propri
ed in una moltitudine di ricordi che dovevano appartenere ad N.

Piu' il monologo andava avanti, meno N. riusciva a trattenere le risate.

Perche' quello che aveva letto sul dizionario e su Internet unito a quello che sentiva
provenire dall' altra parte del telefono gli risultava completamente ridicolo.

Decise che d'ora in poi il punto in alto a sinistra della libreria sarebbe stato
dedicato allo spazio "Autori Comici".

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