domenica 14 dicembre 2008

Centri commerciali

Per molti sono uno dei simboli della società attuale. Ma non mi interessa parlarne dal punto di vista sociologico-economico.

Volenti o nolenti prima o poi un fine settimana in qualche centro commerciale è quasi d'obbligo ed ovviamente non ci si va da soli quando un dito della vostra mano sinistra è munito di anello.

Quello che sto per dire si potrebbe estendere a vie del centro oppure a stazioni di metropolitana nelle ore di punta, a stabilimenti in piena estate, insomma a qualsiasi posto con alta densità di coppie.

Quando ci si reca in uno di questi posti in compagnia (e la compagnia ovviamente è buona, non fa presagire nessun evento catastrofico) gli altri si notano più che altro per il casino che producono oppure per le code che ti costringono a fare per pagare un caffè oppure per notare le cosiddette coppie squilibrate (“Ma come fa quella a stare con un tizio del genere ?”).

In poche parole degli altri notiamo soltanto lati negativi, che da una parte ci annoiano, dall' altra ci fanno sorridere, scatenando sentimenti di compassione.

La situazione si capovolge quando la compagnia viene a mancare; improvvisamente tutti questi posti vengono riempiti di coppie da Eden in un turbinio di abbracci, baci, sguardi teneri, mani nelle mani.

Ci si potrebbe chiedere dove vivessero prima tutte queste coppie felici, da pubblicità televisiva.

La tragica risposta è che fino a poco tempo prima di questa allegra comitiva ne eravamo soci fondatori e semplicemente non ci accorgevamo degli altri iscritti.

Ed una volta persa la tessera di appartenenza l'eliminazione dalla comitiva, con una sorta di legge del contrappasso, ci getta nel girone dei dannati e la condanna è: d'ora in poi vedrai soltanto persone felici (gli altri, ovviamente).

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