lunedì 12 gennaio 2009

Cut off

Anni fa alla fine dell' ultima manifestazione realmente politica alla quale presi parte,
venni avvicinato da una ragazza tedesca.
Di tedesco, nel senso di stereotipo, aveva capelli chiari ed occhi azzurri.

Bella lo era, indubbiamente.
Inoltre fragile come possono essere solo le ragazze appena uscite da una brutta storia.

Era venuta in Italia per vedersi con il suo ex, per chiarire alcune cose in sospeso.
L'ex aveva fatto del tutto per sparire, quindi non sapeva cosa fare, dove andare e tutto
il corredo di sensazioni di abbandono che seguono a situazioni del genere.

Io non mi ritengo un adone, ma a mio giudizio in quel periodo lo ero ancora meno o forse avevo
il fascino dell' uomo politicamente impegnato; fatto sta che in un luogo molto affollato
come puo' essere una piazza del centro di una grande citta' in pieno pomeriggio, lei "scelse" me.

Si avvicino' quasi con la vergogna di chiedere qualcosa e riusci', in inglese,
a pronunciare una richiesta di delucidazioni riguardo un luogo che non riusciva a raggiungere.

Mi proposi di accompagnarla, ovviamente a piedi, e non per quello che comunemente si potrebbe
pensare: il mio istinto da "sono nato per aiutarti" ebbe il suo naturale predominio,
non potevo che comportarmi cosi'.

Lungo la strada mi fece un riassunto dei suoi primi 22 anni di vita, del perche' fosse
arrivata senza alcun tipo di organizzazione (il che per una tedesca e' proprio sintomo
di qualcosa che non va proprio) e concluse con un ritratto molto efficace del motivo
della sua "visita".

In parole povere capii che era stata presa per bene in giro, un Evergreen, "sedotta e abbandonata".

Le cercai un posto tranquillo per passare la notte ed almeno una settimana successiva.
La informai del mio numero di telefono (non proprio mio, vivevo ancora dai miei) pensando
contemporaneamente che tanto non avrebbe mai chiamato.

Invece mi chiamo' il giorno dopo.
Per due settimane ci frequentammo, le trovai anche un lavoro temporaneo, mi feci letteralmente
in quattro per esaudire ogni suo tipo di desiderio, o quasi ...

Poi subentro' la paura e presi una decisione allucinante: feci rispondere al telefono che "non c'ero".
Paura di cosa ? Di non essere all' altezza innanzitutto.
Poi, guardandomi allo specchio, continuavo a chiedermi cosa trovasse in me.

Tempo fa mi capito' di vedere un film francese, dal titolo che potrebbe da solo spiegare il
motivo del finale di questa storia.

"Troppo bella per te".

9 commenti:

Demonio Pellegrino ha detto...

noooooo, perche'!!!

P ha detto...

Forse perche' ho sempre peccato di modestia, davvero ...

Nives ha detto...

Capisco, perchè ci sono passata ma non condivido, nono!
Porca paletta e si vive una volta sola no????

P ha detto...

Neve, ci sei passata nel senso che hai vissuto il ruolo della ragazza tedesca ?! :-)

Nives ha detto...

No ri-porca paletta nel senso che ho vissuto il ruolo di lupa alfa azz ma ora mi darei le botte da sola!
Un po' in ritardo ma ti rispondo ;)
'Giorno!!

P ha detto...

Giorno Neve ...

Se dovessi darmi le botte da solo per ogni cazzata che ho fatto, specie del genere di "cut off", sarei molto piu' nero di quanto sono ora con l'abbronzatura ... :)

Nives ha detto...

Vabbè, chi non sbaglia? però bisognerebbe imparare dai propri errori e non cercare di ripeterli. Soprattutto non essere avari di autostima, il giusto, non troppo altrimenti si rischia di cadere nella presunzione.

Nives ha detto...

Anzi no, cancella quanto sopra, ho fatto la parte del bue che dice cornuto all'asino, mi ritiro in silenzioso pentimento. :((

P ha detto...

"L'esperienza insegna a ripetere gli errori in modo diverso" © 1959-2009 By LupoIronico

E stavolta e' farina del mio sacco ... :-)