martedì 13 ottobre 2009

Lasciamo perdere


Ho sempre amato passeggiare.

Quando ero piccolo, molto piu' piccolo di ora, la passeggiata mattutina primavera-estate era per me qualcosa di appassionante.

In particolar modo quando andavo con mio nonno a comprare il giornale.
Era una sorta di rito.
L'edicola in effetti non era la meta ma la scusa per una boccata d'aria abbinata al poter sgranchire le gambe.

Andavamo a passo tranquillo ma non lento, la distanza mi sembrava poca cosa ed in effetti tra andata e ritorno non si arrivava ai due chilometri.
Rallentavamo solo lungo la passeggiata sul mare, per assaporare il paesaggio e vedere se qualche vicino di ombrellone fosse gia' arrivato.

Il rito venne rovinato con l'arrivo del 'Generale', un vicino di casa del nonno cosi' chiamato sia per il grado raggiunto in pensione che per il fatto che ogni argomento affrontato finiva sempre per riportare alla guerra mondiale.

Era un argomento che al nonno andava piu' che bene, tra nostalgici si intendevano a meraviglia.

Il fastidio arrivava dall' abitudine del 'Generale' di fermarsi ogniqualvolta iniziava a parlare.

Considerando che era persona che nel suo vocabolario aveva strappato la pagina dove si spiegava cosa fosse il silenzio, il numero di soste era esponenziale.
E la passeggiata col tempo era diventata un incubo.

Erano poche le volte che riuscivamo ad evitarlo.
Quando si tornava ad essere in due mi ricordo che chiedevo al nonno
"Perche' il tuo amico si ferma sempre ogni volta che parla ?".
Lui mi sorrideva, contento che neanche io sopportassi le fermate, e dopo aver alzato gli occhi al cielo mi rispondeva "Lasciamo perdere ...".

Una risposta che di tanto in tanto mi viene in mente ... anche senza 'Generale' ...

2 commenti:

Unknown ha detto...

Buongiorno...non sapevo dove scrivertelo!

P ha detto...

Sei sempre piu' 'fuori dagli schemi' :-)))
Buongiorno Elisabetta !